venerdì 3 marzo 2017

ACQUA, ULTIMA CHIAMATA PER CROCETTA: PUBBLICA O PRIVATA?

Il Forum Siciliano Acqua e Beni Comuni insieme al Comitato promotore della proposta di legge di iniziativa Popolare e Consiliare per la ripubblicizzazione dell’Acqua in Sicilia chiedono al Presidente Crocetta un incontro urgente in merito all’applicazione della legge sull’Acqua varata nel 2015. Nei giorni scorsi è stata reiterata la richiesta d’accesso agli atti, di cui il primo blocco risale addirittura al 2014, mentre i successivi, richiesti per il tramite della IV Commissione Ambiente risalgono al febbraio 2016.
“E' evidente – afferma la coordinatrice del Forum, Antonella Leto – che se c'è tanta reticenza nel voler consegnare gli atti richiesti tramite la IV Commissione ARS, abbiamo colto nel segno e che l'attendismo dell'Assessorato non è che una azione dilatoria inaccettabile, che lascia presagire ulteriori manovre volte alla privatizzazione dell'Acqua in Sicilia. A dimostrazione di ciò si osserva che gli atti che il Presidente Crocetta e l'Assessore Contrafatto avrebbero dovuto emanare dall'approvazione della legge 19/15 sono, a distanza di un anno e mezzo, ancora da venire”.
Il voto contrario dell'Assessore Contrafatto durante la discussione della legge in IV Commissione a tutti gli articoli che conducevano alla gestione Pubblica, le modifiche apportate in Aula Parlamentare dallo stesso Assessore e dal Presidente Crocetta al testo di legge esitato dalla Commissione parlamentare (che, guarda caso, sono in gran parte le stesse modifiche che in seguito il Governo Renzi ha potuto impugnare), la scelta di rinunciare a resistere all'impugnativa presso la Corte Costituzionale sulla legge 19/15 ed anzi annunciare, ma non presentare, modifiche alla stessa per sottometterla alla volontà accentratrice e privatizzatrice del Governo nazionale, dimostrano in modo inequivocabile come questo Governo regionale ed il suo Presidente abbiano fin qui preso in giro i siciliani con false promesse sull'Acqua Pubblica.
Assessore, Presidente e Governo tutto sono totalmente assoggettati alle volontà neoliberiste ed affaristiche che fanno dell'Acqua Bene Comune l'oro blu su cui continuare a far fare profitto a pochi a discapito di tutti.
“Tutti sanno – afferma il rappresentante del Comitato, Michele Botta – che i costi di gestione del Sistema Idrico Integrato, compresi gli investimenti “privati” ricadono sulla tariffa che pagano i cittadini e che privatizzare equivale a privare di un Bene Pubblico e collettivo le comunità a favore di società per azioni o addirittura, come accade in Sicilia di una multinazionale quotata in borsa, Veolia, che fa profitti in tutto il mondo utilizzando i finanziamenti pubblici" .
“Crocetta deve risponderci – aggiunge Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia (che fa parte del Forum) – perché negare l'accesso agli atti è un chiaro segnale del fatto che questo Governo regionale non ha la minima intenzione di rispettare il voto espresso dai siciliani con il referendum. Sia come Forum che come associazione di tutela dei diritti dei consumatori non possiamo permettere che l'acqua venga privatizzata contro il volere dei cittadini”.
Per questo torniamo a chiedere un incontro urgente con il Presidente Crocetta a nome di quella maggioranza assoluta dei siciliani che ha votato per l'Acqua Pubblica nel 2011 e che ancora lo scorso 4 dicembre con oltre il 70% di NO ha bocciato le modifiche costituzionali (che Crocetta ha sostenuto) che avrebbero consentito a Renzi di avocare a sé ogni scelta del nostro territorio, compresa quella della privatizzazione dell'Acqua, nonché a nome dei 135 Comuni e delle decine di migliaia di cittadini che hanno promosso la legge Popolare e Consiliare per la ripubblicizzazione in Sicilia.
Rosario Crocetta chiarisca cosa vuol fare della nostra Acqua, piegarsi ai diktat nazionali ed agli interessi particolaristici o mantenere infine le promesse elettorali del 2013, prima di ricandidarsi.
Si scrive #Acqua si legge #Democrazia e non siamo disposti a cedere ne' l'una ne' l'altra!

domenica 23 agosto 2015

Acqua Pubblica, la legge in Gazzetta! Sette anni di battaglie in prima linea

E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 21 agosto la Legge regionale n. 19 dell’ 11 agosto 2015 recante “Disciplina in materia di risorse idriche”.

L’acqua dei cittadini: storia (e battaglie) della legge regionale siciliana

Sarò breve, ma permettetemi di esprimere la grande soddisfazione di vivere questo momento, e soprattutto di poterlo condividere con la stragrande maggioranza dei cittadini Siciliani.

Per me poter essere partecipe della conclusione di un iter lungo e travagliato, quale è stato quello vissuto da questo disegno di legge per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato, è la concretizzazione di un sogno e ci ripaga di tutti gli sforzi e gli anni di lotta sostenuti a favore dell’acqua pubblica.

Un testo di legge che parte da lontano e che ha visto, assieme ai movimenti per l’acqua pubblica, il territorio della provincia di Agrigento, terra da sempre assetata, ergersi a baluardo per la difesa di questo bene comune.

In provincia di Agrigento, un gruppo di sindaci di diverse e talvolta opposte appartenenze politiche, contrastarono l’affidamento al gestore privato del SII; uno scontro titanico, sicuramente impari che faceva pensare a quello tra Davide e Golia.

Ma in questo caso non era così, perché quei sindaci non erano soli, non erano dei pazzi visionari, non erano dei ribelli, ma erano degli amministratori che, convinti della bontà delle proprie idee, convinti che era loro dovere dare voce alla volontà popolare, avevano osato sfidare il sistema, forti del sostengo e del supporto delle loro popolazioni.

E’ fu una lotta di disubbidienza civile, di protesta, ma anche e soprattutto di proposta.

Infatti dopo le assemblee cittadine, i dibattiti, i cortei, i consigli comunali aperti, il blocco fisico dei commissari ad acta inviati dalla Regione, arrivò anche la proposta sotto forma di un progetto di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la restituzione dei poteri e delle funzioni in materia idrica agli enti locali.

Per la prima volta nella storia Siciliana, diversi consigli comunali deliberavano una proposta di legge di iniziativa popolare di cui mi onoro di esserne uno dei firmatari, assieme ai colleghi Nicosia ( Vittoria ) e Giannopolo (Caltavuturo ).

146 Consigli Comunali e la Provincia Regionale di Messina, rappresentativi di oltre un milione e cinquecentomila siciliani, permisero di superare abbondantemente il quorum richiesto per la presentazione di un testo di legge di iniziativa popolare all’ARS.

Un testo di legge che, fin dalla sua prima stesura, prevedeva attraverso la creazione  di sub-ambiti, la possibilità della gestione diretta del SII da parte di enti locali.

Un testo di legge che nel suo lungo e travagliato percorso, ha subito modifiche e variazioni rispetto a quello originario, che hanno allungato i tempi di approvazione e talvolta minato anche le speranze di realizzazione.

Oggi, senza ombra di dubbio, si può affermare che siamo di fronte ad un buon testo di legge e che il risultato raggiunto è un risultato di cui si può andar fieri.

Oggi, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a seguito della votazione finale in aula, è motivo di  orgoglio per la Sicilia.

E per questo vorrei ringraziare tutti coloro che in questi anni si sono spesi per il raggiungimento di questo grandissimo risultato.

Comitati civici, associazioni, movimenti, il clero e tanti altri ancora… ma soprattutto ringrazio i Deputati  Componenti della IV Commissione per l’impegno, la competenza e la dedizione con cui hanno accompagnato il loro lavoro su questo disegno di legge.

L'acqua è pubblica, una vittoria di tutti, un successo del popolo siciliano!

Michele Botta, primo firmatario ddl n. 158 Disciplina in materia di risorse idriche, già sindaco di Menfi 

martedì 19 maggio 2015

Ars, acqua pubblica: approvato l’emendamento per la gestione diretta e pubblica dei comuni


I comuni siciliani potranno gestire “in forma diretta e pubblica” il servizio idrico integrato.
I comuni potranno, altresì, associarsi in sub-ambiti per gestire il servizio idrico sempre “in forma diretta e pubblica”.

È questo il senso dell’emendamento “2R6” proposto dall’ex sindaco di Menfi, Michele Botta (1’ firmatario della legge d’iniziativa popolare), fatto proprio dall’on. Panepinto che oggi in Commissione Territorio e Ambiente all’ARS è stato votato da una maggioranza trasversale, con la sola astensione di due deputati M5S.

“Dopo la riscrittura della legge sull’acqua in Sicilia operata dal Governo – spiega Botta – abbiamo dovuto lavorare tramite gli emendamenti per salvaguardare quanto era previsto nel DDL popolare voluto dai siciliani.
I vari Governi succedutisi avevano stravolto il testo di legge, ma l’approvazione di questo emendamento rappresenta un punto fermo nella questione dell’acqua pubblica: i comuni avranno sicuramente la facoltà di scegliere come gestire il servizio idrico nel proprio territorio”.

Dopo anni di sedute in commissione all’ARS – conclude Botta – avevamo perso le speranze per una buona legge in tema di acqua pubblica che corrispondesse alle reali esigenze e volontà espresse dal popolo siciliano. Oggi, con l’approvazione di questo emendamento, i siciliani potranno ottenere quello hanno chiesto a gran voce con i referendum del 2011”

mercoledì 25 febbraio 2015

Acqua pubblica, il ddl popolare sarà posto in votazione

Si è appena conclusa la riunione in IV Commissione ARS convocata stamattina per discutere sul disegno di legge popolare sull'acqua pubblica.

Dopo un'intensa discussione è stato deciso di porre in votazione il disegno di legge popolare mercoledì prossimo, assegnando ai parlamentari regionali sette giorni di tempo per poter presentare eventuali emendamenti.

"Il ddl popolare sull'acqua e' stato ampiamente discusso e i siciliani si sono chiaramente espressi nel senso della gestione pubblica del servizio idrico - afferma Michele Botta, firmatario del ddl popolare - : ora è tempo che i deputati regionali, con il voto sul testo di legge, decidano da che parte stare"

 Domani la decisione del parlamento sulla nuova diffida inoltrata ai comuni 'dissidenti'.

 Michele Botta 
1' firmatario ddl 
 Disciplina in materia di risorse idriche

mercoledì 3 dicembre 2014

Acqua Pubblica, il TAR condanna l’ATO idrico di Agrigento. "Sentenza Storica"

Acqua Pubblica, il TAR condanna l’ATO idrico di Agrigento 
Un conforto per i Sindaci che si oppongono agli obblighi di legge

Un altro importante punto viene conquistato dal fronte dei movimenti per l’acqua pubblica nella lunga lotta contro la privatizzazione del servizio idrico integrato.

È di ieri sera, infatti, la notizia che il TAR Sicilia Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale l’Ato idrico di Agrigento è stato condannato nel giudizio da questi proposto contro il Comune di Menfi.

Come si ricorderà, l’Amministrazione comunale guidata dall’allora Sindaco Michele Botta non aveva mai consegnato le reti idriche al privato, continuando a gestire in proprio il servizio idrico.
Ed allora, in data 2 agosto 2012, la Giunta comunale con delibera n. 141 provvedeva ad aggiornare le tariffe del servizio vigenti nel comune di Menfi.

Tuttavia, il Consorzio d’ambito di Agrigento, ritenendo illegittima la condotta dell’amministrazione comunale, anche al fine di poter acquisire le reti idriche del Comune di Menfi, impugnava la delibera n. 141/2012 di aggiornamento delle tariffe comunali.

Ed infatti, in data 4 dicembre ’12, il Consorzio d’Ambito di Agrigento proponeva un ricorso innanzi al TAR Sicilia chiedendo l’annullamento di detta delibera ed, al contempo, il risarcimento dei danni al Comune di Menfi.

In data 4 gennaio 2012, si costituiva in giudizio il Comune di Menfi, in persona del Sindaco pro-tempore dott. Michele Botta, difeso dall’avvocatura comunale, chiedendo l’inammissibilità del ricorso presentato dal Consorzio d’Ambito.

Il Tar Sicilia, Palermo, terza sezione, condividendo le censure formulate dal Comune di Menfi, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’Ato idrico affermando, comunque, nella parte motiva della sentenza, rilevanti principi di diritto in tema di gestione dell’acqua.

Infatti, il TAR ha affermato la legittimità dei provvedimenti posti in essere dai comuni – tra i quali il Comune di Menfi – che non hanno consegnato le reti idriche al privato e , soprattutto, il venir meno dell’interesse del privato ad ottenere le reti idriche comunali essendo entrata in vigore la legge regionale n. 2/2013.

Esulta l’ex Sindaco Michele Botta: “Sentenza storica che gratifica le battaglie di tanti anni fatte da associazioni, movimenti, clero e liberi cittadini per la difesa dell’acqua pubblica.
Il ricorso proposto dal Consorzio d’Ambito non era altro che un Cavallo di Troia tramite il quale volevano appropriarsi delle nostre reti. La giunta da me guidata si è opposta, anche in quell’occasione, conscia del pericolo che correva la comunità.

Nonostante l’Ato lo avesse paventato come “obbligo di legge” – conclude Botta – noi non ci siamo piegati: anche l’istallazione dei contatori sarebbe un obbligo, ma le Amministrazioni vicine al proprio popolo sanno quando opporsi!”