Questa mattina ho incontrato i ragazzi del movimento "Avanguardia Studentesca".
È stato un utile momento di confronto sui più rilevanti temi che riguardano l'ambito studentesco e, più in generale, quello giovanile.
Assieme abbiamo parlato delle esigenze delle diverse comunità studentesche di Menfi;
è stata anche l'occasione per ricordare l'attenzione della mia amministrazione al mondo della Scuola attraverso il recepimento di numerosi finanziamenti per gli istituti scolastici che già si sono tradotti in lavori in corso per l'ammodernamento degli stessi o che rappresentano progetti pilota unici in provincia o in Sicilia.
Ho, infine, esortato i ragazzi del movimento a continuare nell'impegno sociale della rappresentanza studentesca, ponendo l'attenzione ai reali bisogni dei loro coetanei stando sempre attenti ad evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione da parte di chicchessia: è bene sempre informarsi, ricercare più fonti e ascoltare più punti di vista e poi farsi un proprio pensiero.
Da parte mia ci sarà sempre la massima disponibilità ad ascoltare e a collaborare con i ragazzi di questo come di altri movimenti studenteschi.
La premessa fondamentale: senza fondi non si può cambiare la scuola
Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini…ministri di ogni colore politico, donne e uomini, che negli ultimi 15 anni si sono susseguiti con la stessa prassi: promettere grandi cambiamenti da un lato e dall’altro tagliare i fondi all’istruzione. Siamo perfettamente consapevoli che qualcosa non funzioni nella scuola italiana, che in questi decenni ci sono stati tanti sprechi e soldi spesi male. Ma sia chiaro che per cambiare la scuola, prima ancora di entrare nel merito di qualsiasi riforma, bisogna pensare a nuovi investimenti sull’istruzione. È ormai risaputo che proprio nei periodi di crisi economica i settori che vanno sostenuti con maggiore forza, per puntare al rilancio dello sviluppo, sono la formazione e la ricerca. L’attuale Governo ha perseguito, come quelli precedenti, nel taglio sistematico dei fondi alla scuola generando le cosiddette “classi pollaio”, la chiusura di molti laboratori e grossi disagi per la didattica in generale. Il Ministro Gelmini ha affermato, in una recente intervista a La Repubblica, che dopo i pesanti tagli operati in questi anni (per mano del Ministro dell’Economia Tremonti) è arrivato il momento di invertire la rotta. Noi riempiremo le piazze per ricordarglielo...
Più rappresentanza studentesca, cambiare subito
Una riforma che ha realmente rivoluzionato il sistema scolastico è stata la legge 440 del 1997 (Ministro Berlinguer del Governo Prodi) che ha introdotto l’autonomia scolastica. Una legge sostanzialmente condivisibile nel principio, cioè l’autogoverno delle scuole per decentralizzare l’amministrazione e snellire la pesante burocrazia, ma applicata male a causa della mancanza di un punto essenziale: la riforma degli organi collegiali con la rappresentanza paritetica tra studenti e docenti. Questo ha generato l’assoluto controllo delle scuole da parte della classe docente, attraverso la schiacciante maggioranza in consiglio d’istituto ed il peso del collegio dei docenti. A questo si aggiunge il ruolo di cosiddetti presidi – manager, i dirigenti scolastici, che sempre a causa dell’autonomia scolastica hanno molti più poteri. Chiediamo una immediata riforma degli organi collegiali che preveda: un numero di rappresentanti degli studenti pari a quelli dei professori e l’istituzione del comitato studentesco (ad oggi è facoltativo ed in molte scuole non viene mai convocato) con parere vincolante sulle questioni di diretto interesse degli studenti. Aumentare la rappresentanza ed il ruolo degli studenti nelle singole scuole è una questione di giustizia e buon senso. Infatti gli studenti rappresentano il 90% dei componenti del mondo della scuola. Questa sarebbe una vera “rivoluzione partecipativa” che garantirebbe la piena cogestione delle scuolecon un ruolo di primo piano per la componente studentesca. Solo così potremo avere delle scuole “a misura di studente”.
Piano Nazionale dell’Edilizia scolastica
Ad oggi la situazione dell'edilizia scolastica, seppur in lieve ripresa, é come sempre catastrofica. Nonostante la legge 81/08 (ex legge 626/94, normativa sulla sicurezza per la scuola) vi sono problemi che affliggono diverse scuole: mancato rispetto delle norme di sicurezza, gravi problemi strutturali, tetti che crollano, insufficienza di aule per fare lezione, assenza di palestre adeguate, carenza di laboratori ed aule multimediali. Le sfide della modernità e la competitività di una nazione passano dalla costruzione di scuole d'avanguardia dove formare i giovani. Vogliamo maggiori investimenti dello Stato per realizzare un Piano Nazionale dell’Edilizia scolastica che preveda la costruzione di nuovi edifici scolastici, l’ammodernamento delle strutture esistenti e la messa in sicurezza di tutte le scuole. Inoltre proponiamoche le graduatorie per l'assegnazione dei fondi sia redatta, in ogni città, con il parere vincolante della rappresentanza studentesca (coinvolgendo quindi la Consulta Provinciale Studentesca). Senza scuole d’avanguardia non si può realizzare alcuna riforma.
Abolizione del testo consigliato, libertà di scelta
Ormai é regola che i tetti massimi di spesa per l'acquisto dei libri venga superato. Questo accade perché tramite l'istituzione del testo “consigliato” (e quindi non obbligatorio) i docenti sotto la dicitura “consigliati” aggiungono tutti quei libri che non possono essere inseriti come obbligatori altrimenti verrebbe superato il tetto di spesa. Peccato che poi obbligano ugualmente gli studenti a comprarli violando tutte le circolari ministeriali. Chiediamo l'abolizione del sistema dei testi consigliati e l'introduzioni di sanzioni alle scuole che non rispettano i tetti di spesa. Vogliamo che allo studente sia lasciata la libertà di scelta dei libri sui quali studiare in modo da garantire il pluralismo culturale, perché spesso i docenti impongono testi faziosi, e spezzare la speculazione editoriale che molte volte vede alcuni docenti conniventi.
Un'altra proposta per l'abbattimento dei prezzi dei libri di testo é la creazione del “libro elettronico”, il libro di testo su CD-ROM. Se gli studenti più bisognosi potessero utilizzarlo il risparmio sarebbe notevole. Produrre un cd, infatti, costa molto meno che stampare un libro. Affiancare i libri di testo in cd ai libri cartacei vorrebbe dire, portando ad un calo del fabbisogno di carta, preservare il nostro patrimonio verde, diminuire il peso degli zaini ma soprattutto abbassare notevolmente il costo della cultura.
Formazione al lavoro, una scuola che non sforni più disoccupati
Studiare 5 anni, arrivare al diploma con tanti sacrifici. E poi? La maggior parte degli studenti non trovano un’occupazione, alcuni scelgono l’università spesso come momentaneo “parcheggio”. In tempi di crisi economica aumenta la disoccupazione, nelle aree del meridione in particolare e persino nel ricco nord d’Italia. Più volte però succede che anche in presenza di possibilità di lavoro i neodiplomati, paradossalmente proprio quelli provenienti da istituti tecnici, non hanno alcuna preparazione per accedere al mondo del lavoro. Inizia quindi un lungo periodo di esperienze lavorative, malpagate e senza alcuna garanzia secondo la formula “io ti insegno il lavoro quindi stai alle mie regole”. Vogliamo che già nel percorso scolastico si concretizzi una seria formazione al lavoro. Sulla carta questo dovrebbe già avvenire, ma senza fondi non ci sono laboratori e strumenti per realizzarla. Vogliamo che vengano predisposti degli stage lavorativi retribuiti, pertinenti al proprio percorso scolastico, per specializzarsi in precisi ambiti e per acquisire competenze da spendere nel mondo del lavoro. Tuttavia chiediamo che tali stage non si trasformino in sfruttamento degli studenti da parte delle aziende, pertanto è necessario che venga stilato uno statuto che regoli tali corsi di specializzazione.
Identità europea contro la crisi
Il 9 novembre i giovani tedeschi abbattevano l’odiato muro di Berlino che simbolicamente rappresentava la fine del regime comunista. A seguire caddero tutte le altre dittature dell’Europa dell’est. Quella voglia di libertà e di senso di appartenenza ad una patria comune, l’Europa, oggi più che mai deve tornare nella mente e nei cuori dei giovani europei. Nell'era della globalizzazione, della massificazione e della mercificazione persino degli esseri umani, è necessario diffondere tra le nuove generazioni l’identità europea. La crisi sta distruggendo l’economia dei Paesi europei, il sistema sociale, l’occupazione giovanile. Questa Europa – dominata dalla banche, dalle multinazionali e dalla tecnocrazia – non è in grado di affrontare questa crisi perché ad unirla è solo una moneta. Non si ha la consapevolezza di un comune destino, soltanto l’unità politica degli Stati (fondata su una comune identità) può salvarci dalla crisi e dalle speculazioni finanziarie. Se vogliamo costruire quella “Europa dei popoli e della patrie”, sognata da tante generazioni, è fondamentale che a partire dal percorso scolastico venga inserito nei programmi il tema dell’identità europea. Conoscere le radici comuni, la storia e le istituzioni per infondere consapevolezza negli studenti del comune destino che lega i popoli europei. Affinché i popoli non siano schiavi dei mercati bisogna riscoprire l'appartenenza alla comune patria europea. Una “rivoluzione identitaria” che veda protagonisti i popoli europei capaci di costruire un comune destino, senza essere subalterni alle altre grandi potenze mondiali. Le rivoluzioni possono essere condotte solo dalla gioventù di cui Noi siamo l'Avanguardia !...entra in Azione !!
un momento dell'incontro con i rappresentanti del Coordinamento |
Assieme abbiamo parlato delle esigenze delle diverse comunità studentesche di Menfi;
è stata anche l'occasione per ricordare l'attenzione della mia amministrazione al mondo della Scuola attraverso il recepimento di numerosi finanziamenti per gli istituti scolastici che già si sono tradotti in lavori in corso per l'ammodernamento degli stessi o che rappresentano progetti pilota unici in provincia o in Sicilia.
Gianluca Dimino, Michele Botta, Gaspare Ruggia e Adriano Raia |
Da parte mia ci sarà sempre la massima disponibilità ad ascoltare e a collaborare con i ragazzi di questo come di altri movimenti studenteschi.
Avanguardia Studentesca è il movimento degli studenti identitari nato per essere la nuova guida della comunità studentesca italiana. Essere avanguardia significa immaginare il futuro, costruire un progetto di scuola alternativo a quello attuale, ma soprattutto vuol dire essere protagonisti in prima persona di questa “rivoluzione”. L’anno scolastico è iniziato e già si susseguono i primi cortei di protesta. Molte di queste manifestazioni, pur essendo in parte condivisibili, non possono essere da noi sostenute in quanto pilotate da partiti, sindacati e centri sociali. Il gioco è sempre lo stesso: usare gli studenti per riempire le piazze, mettergli una bandiera in mano, e scagliarli contro il Governo di turno da attaccare politicamente. Noi a questo gioco non ci stiamo. Noi vogliamo costruire dal basso un movimento che veda gli studenti medi battersi per cambiare questo antiquato sistema scolastico. Vogliamo che in ogni città prendano vita coordinamenti studenteschi senza padri e padrini, liberi da qualsiasi manipolazione partitica o sindacale, che insieme ad Avanguardia Studentesca manifestino per la medesima piattaforma rivendicativa affinché il Ministro Gelmini ascolti la voce degli studenti. C’è una maggioranza studentesca, che si tiene spesso in disparte, la quale non si identifica con quelle piazze colorate di rosso ed al tempo stesso pretende dalla politica (dal Governo e dalle amministrazioni locali) un cambio di rotta. Non per un partito, non per un sindacato dei professori, ma solo per noi, per la comunità studentesca e per il nostro futuro!
un momento del corteo di oggi in viale della Vittoria |
La premessa fondamentale: senza fondi non si può cambiare la scuola
Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini…ministri di ogni colore politico, donne e uomini, che negli ultimi 15 anni si sono susseguiti con la stessa prassi: promettere grandi cambiamenti da un lato e dall’altro tagliare i fondi all’istruzione. Siamo perfettamente consapevoli che qualcosa non funzioni nella scuola italiana, che in questi decenni ci sono stati tanti sprechi e soldi spesi male. Ma sia chiaro che per cambiare la scuola, prima ancora di entrare nel merito di qualsiasi riforma, bisogna pensare a nuovi investimenti sull’istruzione. È ormai risaputo che proprio nei periodi di crisi economica i settori che vanno sostenuti con maggiore forza, per puntare al rilancio dello sviluppo, sono la formazione e la ricerca. L’attuale Governo ha perseguito, come quelli precedenti, nel taglio sistematico dei fondi alla scuola generando le cosiddette “classi pollaio”, la chiusura di molti laboratori e grossi disagi per la didattica in generale. Il Ministro Gelmini ha affermato, in una recente intervista a La Repubblica, che dopo i pesanti tagli operati in questi anni (per mano del Ministro dell’Economia Tremonti) è arrivato il momento di invertire la rotta. Noi riempiremo le piazze per ricordarglielo...
Più rappresentanza studentesca, cambiare subito
Una riforma che ha realmente rivoluzionato il sistema scolastico è stata la legge 440 del 1997 (Ministro Berlinguer del Governo Prodi) che ha introdotto l’autonomia scolastica. Una legge sostanzialmente condivisibile nel principio, cioè l’autogoverno delle scuole per decentralizzare l’amministrazione e snellire la pesante burocrazia, ma applicata male a causa della mancanza di un punto essenziale: la riforma degli organi collegiali con la rappresentanza paritetica tra studenti e docenti. Questo ha generato l’assoluto controllo delle scuole da parte della classe docente, attraverso la schiacciante maggioranza in consiglio d’istituto ed il peso del collegio dei docenti. A questo si aggiunge il ruolo di cosiddetti presidi – manager, i dirigenti scolastici, che sempre a causa dell’autonomia scolastica hanno molti più poteri. Chiediamo una immediata riforma degli organi collegiali che preveda: un numero di rappresentanti degli studenti pari a quelli dei professori e l’istituzione del comitato studentesco (ad oggi è facoltativo ed in molte scuole non viene mai convocato) con parere vincolante sulle questioni di diretto interesse degli studenti. Aumentare la rappresentanza ed il ruolo degli studenti nelle singole scuole è una questione di giustizia e buon senso. Infatti gli studenti rappresentano il 90% dei componenti del mondo della scuola. Questa sarebbe una vera “rivoluzione partecipativa” che garantirebbe la piena cogestione delle scuolecon un ruolo di primo piano per la componente studentesca. Solo così potremo avere delle scuole “a misura di studente”.
Piano Nazionale dell’Edilizia scolastica
Ad oggi la situazione dell'edilizia scolastica, seppur in lieve ripresa, é come sempre catastrofica. Nonostante la legge 81/08 (ex legge 626/94, normativa sulla sicurezza per la scuola) vi sono problemi che affliggono diverse scuole: mancato rispetto delle norme di sicurezza, gravi problemi strutturali, tetti che crollano, insufficienza di aule per fare lezione, assenza di palestre adeguate, carenza di laboratori ed aule multimediali. Le sfide della modernità e la competitività di una nazione passano dalla costruzione di scuole d'avanguardia dove formare i giovani. Vogliamo maggiori investimenti dello Stato per realizzare un Piano Nazionale dell’Edilizia scolastica che preveda la costruzione di nuovi edifici scolastici, l’ammodernamento delle strutture esistenti e la messa in sicurezza di tutte le scuole. Inoltre proponiamoche le graduatorie per l'assegnazione dei fondi sia redatta, in ogni città, con il parere vincolante della rappresentanza studentesca (coinvolgendo quindi la Consulta Provinciale Studentesca). Senza scuole d’avanguardia non si può realizzare alcuna riforma.
Abolizione del testo consigliato, libertà di scelta
Ormai é regola che i tetti massimi di spesa per l'acquisto dei libri venga superato. Questo accade perché tramite l'istituzione del testo “consigliato” (e quindi non obbligatorio) i docenti sotto la dicitura “consigliati” aggiungono tutti quei libri che non possono essere inseriti come obbligatori altrimenti verrebbe superato il tetto di spesa. Peccato che poi obbligano ugualmente gli studenti a comprarli violando tutte le circolari ministeriali. Chiediamo l'abolizione del sistema dei testi consigliati e l'introduzioni di sanzioni alle scuole che non rispettano i tetti di spesa. Vogliamo che allo studente sia lasciata la libertà di scelta dei libri sui quali studiare in modo da garantire il pluralismo culturale, perché spesso i docenti impongono testi faziosi, e spezzare la speculazione editoriale che molte volte vede alcuni docenti conniventi.
Un'altra proposta per l'abbattimento dei prezzi dei libri di testo é la creazione del “libro elettronico”, il libro di testo su CD-ROM. Se gli studenti più bisognosi potessero utilizzarlo il risparmio sarebbe notevole. Produrre un cd, infatti, costa molto meno che stampare un libro. Affiancare i libri di testo in cd ai libri cartacei vorrebbe dire, portando ad un calo del fabbisogno di carta, preservare il nostro patrimonio verde, diminuire il peso degli zaini ma soprattutto abbassare notevolmente il costo della cultura.
Formazione al lavoro, una scuola che non sforni più disoccupati
Studiare 5 anni, arrivare al diploma con tanti sacrifici. E poi? La maggior parte degli studenti non trovano un’occupazione, alcuni scelgono l’università spesso come momentaneo “parcheggio”. In tempi di crisi economica aumenta la disoccupazione, nelle aree del meridione in particolare e persino nel ricco nord d’Italia. Più volte però succede che anche in presenza di possibilità di lavoro i neodiplomati, paradossalmente proprio quelli provenienti da istituti tecnici, non hanno alcuna preparazione per accedere al mondo del lavoro. Inizia quindi un lungo periodo di esperienze lavorative, malpagate e senza alcuna garanzia secondo la formula “io ti insegno il lavoro quindi stai alle mie regole”. Vogliamo che già nel percorso scolastico si concretizzi una seria formazione al lavoro. Sulla carta questo dovrebbe già avvenire, ma senza fondi non ci sono laboratori e strumenti per realizzarla. Vogliamo che vengano predisposti degli stage lavorativi retribuiti, pertinenti al proprio percorso scolastico, per specializzarsi in precisi ambiti e per acquisire competenze da spendere nel mondo del lavoro. Tuttavia chiediamo che tali stage non si trasformino in sfruttamento degli studenti da parte delle aziende, pertanto è necessario che venga stilato uno statuto che regoli tali corsi di specializzazione.
Identità europea contro la crisi
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