martedì 24 gennaio 2012

Proteste in Sicilia, grave l'assenza dei parlamentari all'assemblea di Sciacca

L'assenza dei parlamentari del territorio saccense ad una importante assemblea di agricoltori e di pescatori locali dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, lo scollamento dell’attuale classe politica dai cittadini e dai problemi delle comunità locali.   La protesta del movimento dei forconi, se discutibile nel metodo, trova fondamento nelle ragioni: eccessivi risultano i costi del carburante, specie per i mezzi agricoli e per i pescherecci, nonché per i mezzi di trasporto che devono portare i nostri prodotti agricoli nei mercati del centro-nord Italia.   Non basta tentare di mettere il cappello su questa protesta (come avevano tentato di fare alcuni degli illustri assenti all'assemblea di ieri mattina a Sciacca), cercando di cavalcare la protesta dei siciliani: chi vuole strumentalizzare la protesta, infatti, rischia di bruciarsi le mani perché non ha la coscienza a posto. I siciliani sanno che se si trovano in questa situazione non è certamente per responsabilità del governo Monti, che è in carica da poco più di un mese, ma di coloro che non hanno fatto nulla, pur avendone la possibilità, negli ultimi anni.   Oggi mi rendo conto, purtroppo, che quando nell’ottobre del 2010 scrissi all'allora Ministro dell'Economia Tremonti descrivendo la nostra isola come una “polveriera pronta ad esplodere” e chiedendo lo sblocco dei fondi FAS, avevo tristemente ragione.   Oggi ad ogni livello, occorre senso di responsabilità e capacità di operare scelte che diano, nell’immediato, soluzioni positive alla nostra gente: dall’abbattimento del costo del carburante per i siciliani, allo sblocco dei finanziamenti del Fondo europeo per lo sviluppo regionale 2007/2013 che ha una dotazione finanziaria di 6.539.605.100 euro, in buona parte ancora non spesi.

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