E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 21 agosto la Legge regionale n. 19 dell’ 11 agosto 2015 recante “Disciplina in materia di risorse idriche”.
Per me poter essere partecipe della conclusione di un iter lungo e travagliato, quale è stato quello vissuto da questo disegno di legge per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato, è la concretizzazione di un sogno e ci ripaga di tutti gli sforzi e gli anni di lotta sostenuti a favore dell’acqua pubblica.
Un testo di legge che parte da lontano e che ha visto, assieme ai movimenti per l’acqua pubblica, il territorio della provincia di Agrigento, terra da sempre assetata, ergersi a baluardo per la difesa di questo bene comune.
In provincia di Agrigento, un gruppo di sindaci di diverse e talvolta opposte appartenenze politiche, contrastarono l’affidamento al gestore privato del SII; uno scontro titanico, sicuramente impari che faceva pensare a quello tra Davide e Golia.
Ma in questo caso non era così, perché quei sindaci non erano soli, non erano dei pazzi visionari, non erano dei ribelli, ma erano degli amministratori che, convinti della bontà delle proprie idee, convinti che era loro dovere dare voce alla volontà popolare, avevano osato sfidare il sistema, forti del sostengo e del supporto delle loro popolazioni.
E’ fu una lotta di disubbidienza civile, di protesta, ma anche e soprattutto di proposta.
Infatti dopo le assemblee cittadine, i dibattiti, i cortei, i consigli comunali aperti, il blocco fisico dei commissari ad acta inviati dalla Regione, arrivò anche la proposta sotto forma di un progetto di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la restituzione dei poteri e delle funzioni in materia idrica agli enti locali.
Per la prima volta nella storia Siciliana, diversi consigli comunali deliberavano una proposta di legge di iniziativa popolare di cui mi onoro di esserne uno dei firmatari, assieme ai colleghi Nicosia ( Vittoria ) e Giannopolo (Caltavuturo ).
146 Consigli Comunali e la Provincia Regionale di Messina, rappresentativi di oltre un milione e cinquecentomila siciliani, permisero di superare abbondantemente il quorum richiesto per la presentazione di un testo di legge di iniziativa popolare all’ARS.
Un testo di legge che, fin dalla sua prima stesura, prevedeva attraverso la creazione di sub-ambiti, la possibilità della gestione diretta del SII da parte di enti locali.
Un testo di legge che nel suo lungo e travagliato percorso, ha subito modifiche e variazioni rispetto a quello originario, che hanno allungato i tempi di approvazione e talvolta minato anche le speranze di realizzazione.
Oggi, senza ombra di dubbio, si può affermare che siamo di fronte ad un buon testo di legge e che il risultato raggiunto è un risultato di cui si può andar fieri.
Oggi, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a seguito della votazione finale in aula, è motivo di orgoglio per la Sicilia.
E per questo vorrei ringraziare tutti coloro che in questi anni si sono spesi per il raggiungimento di questo grandissimo risultato.
Comitati civici, associazioni, movimenti, il clero e tanti altri ancora… ma soprattutto ringrazio i Deputati Componenti della IV Commissione per l’impegno, la competenza e la dedizione con cui hanno accompagnato il loro lavoro su questo disegno di legge.
L'acqua è pubblica, una vittoria di tutti, un successo del popolo siciliano!
L’acqua dei cittadini: storia (e battaglie) della legge regionale siciliana
Sarò breve, ma permettetemi di esprimere la grande soddisfazione di vivere questo momento, e soprattutto di poterlo condividere con la stragrande maggioranza dei cittadini Siciliani.Per me poter essere partecipe della conclusione di un iter lungo e travagliato, quale è stato quello vissuto da questo disegno di legge per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato, è la concretizzazione di un sogno e ci ripaga di tutti gli sforzi e gli anni di lotta sostenuti a favore dell’acqua pubblica.
Un testo di legge che parte da lontano e che ha visto, assieme ai movimenti per l’acqua pubblica, il territorio della provincia di Agrigento, terra da sempre assetata, ergersi a baluardo per la difesa di questo bene comune.
In provincia di Agrigento, un gruppo di sindaci di diverse e talvolta opposte appartenenze politiche, contrastarono l’affidamento al gestore privato del SII; uno scontro titanico, sicuramente impari che faceva pensare a quello tra Davide e Golia.
Ma in questo caso non era così, perché quei sindaci non erano soli, non erano dei pazzi visionari, non erano dei ribelli, ma erano degli amministratori che, convinti della bontà delle proprie idee, convinti che era loro dovere dare voce alla volontà popolare, avevano osato sfidare il sistema, forti del sostengo e del supporto delle loro popolazioni.
E’ fu una lotta di disubbidienza civile, di protesta, ma anche e soprattutto di proposta.
Infatti dopo le assemblee cittadine, i dibattiti, i cortei, i consigli comunali aperti, il blocco fisico dei commissari ad acta inviati dalla Regione, arrivò anche la proposta sotto forma di un progetto di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la restituzione dei poteri e delle funzioni in materia idrica agli enti locali.
Per la prima volta nella storia Siciliana, diversi consigli comunali deliberavano una proposta di legge di iniziativa popolare di cui mi onoro di esserne uno dei firmatari, assieme ai colleghi Nicosia ( Vittoria ) e Giannopolo (Caltavuturo ).
146 Consigli Comunali e la Provincia Regionale di Messina, rappresentativi di oltre un milione e cinquecentomila siciliani, permisero di superare abbondantemente il quorum richiesto per la presentazione di un testo di legge di iniziativa popolare all’ARS.
Un testo di legge che, fin dalla sua prima stesura, prevedeva attraverso la creazione di sub-ambiti, la possibilità della gestione diretta del SII da parte di enti locali.
Un testo di legge che nel suo lungo e travagliato percorso, ha subito modifiche e variazioni rispetto a quello originario, che hanno allungato i tempi di approvazione e talvolta minato anche le speranze di realizzazione.
Oggi, senza ombra di dubbio, si può affermare che siamo di fronte ad un buon testo di legge e che il risultato raggiunto è un risultato di cui si può andar fieri.
Oggi, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a seguito della votazione finale in aula, è motivo di orgoglio per la Sicilia.
E per questo vorrei ringraziare tutti coloro che in questi anni si sono spesi per il raggiungimento di questo grandissimo risultato.
Comitati civici, associazioni, movimenti, il clero e tanti altri ancora… ma soprattutto ringrazio i Deputati Componenti della IV Commissione per l’impegno, la competenza e la dedizione con cui hanno accompagnato il loro lavoro su questo disegno di legge.
L'acqua è pubblica, una vittoria di tutti, un successo del popolo siciliano!
Michele Botta, primo firmatario ddl n. 158 Disciplina in materia di risorse idriche, già sindaco di Menfi